ABDUCTIONS: UNA REALTÀ DAL PASSATO?

di Gianluca Roggero


Il caso "Magonia" nel Medio Evo e i rapimenti UFO odierni potrebbero rivelare la continuità di un'inquietante fenomeno


Medio Evo. Epoca di magia, di superstizione, di leggenda. Epoca i cui uomini erano convinti dell'esistenza di favolose creature e luoghi misteriosi.
Uno di questi era Magonia, una terra mitica, patria degli spiriti detti elementali, protettori e animatori, cioè, degli elementi della natura, regno di fate, elfi e folletti, protagonisti di innumerevoli vicende e saghe delle più diverse culture popolari. E Magonia era ritenuta la terra d'origine di altre creature meno note, che possedevano però caratteristiche peculiari e distinte: gli spiriti dell'aria, i silfi.
Nel 1670, l'abate francese Nicola Mountfaucon de Villary scrisse un libello esoterico dal titolo, "Il conte Gabalis, ovvero conversazioni sulle scienze segrete", nel quale sono riportate cronache risalenti al regno di Pipino (VIII secolo), di Carlo Magno e di Luigi il Buono, tutti re di Francia.
L'abate, per altro polemico con la chiesa del tempo, narra di come il famoso cabalista Zedechia volesse convincere la gente che gli elementi sono abitati da "tutti quei popoli dei quali vi ho descritto la natura", quelli elementali, appunto. Costui suggerì ai silfi di mostrarsi a tutti nell'aere, ed essi lo fecero con gran magnificenza, addirittura servendosi di "navi aeree di mirabile struttura".
Ma pare che gli uomini del tempo non fossero maturi per accettare un simile spettacolo. Così credettero tutti, dal popolino ai notabili, di essere caduti preda dei sortilegi di stregoni, a tal punto da indurre Carlo Magno e Luigi il Buono a comminare gravi pene contro quei "tiranni dell'aere". E sembra che di ciò si possa trovare testimonianza nei Capitolari di entrambi i sovrani.
I silfi, per convincere il popolo, presero allora a "rapire uomini in ogni parte", mostrando loro le incredibili meraviglie della loro patria, Magonia, per poi ricondurli a terra "in vari luoghi del mondo".
Ad esempio pare che un giorno, a Lione," si videro scendere dalle navi aeree tre uomini e una donna", i quali riferirono di essere stati rapiti da creature prodigiose, che mostrarono loro indicibili meraviglie. Certo è che ben triste sorte li avrebbe attesi, se non vi fosse stata l'intercessione del vescovo di Lione, Agobardo, il quale proclamò la loro innocenza, adducendo l'impossibilità della loro esperienza. Introdusse così la regola del "non può essere dunque non è", in uso oggi presso la maggioranza dei governi mondiali nei confronti della questione UFO, e diede luogo a uno dei primi casi di cover up della storia, ma, se non altro, risparmiò agli sventurati il supplizio del rogo.
Dunque, anche considerando una possibile mescolanza di realtà e fantasia, queste cronache parrebbero deporre a favore del fatto che nell'VIII secolo creature "aliene" si mostravano su aeromobili, evidentemente progredite ed efficienti, e mettevano in atto dei rapimenti nei confronti di uomini e donne.
E le cronache, andando avanti nel tempo, continuano. Il poeta e storico svizzero, Renward Gysat, narra di come, nel novembre del 1572, un certo Hans Buchmann scomparve senza lasciar tracce, nonostante le ricerche effettuate da polizia e parenti. Soltanto diversi mesi dopo egli fece ritorno, con il volto tumefatto e coperto di ferite, tagli e abrasioni, e riferì di come, mentre era in cammino a notte inoltrata, fosse stato sollevato in aria da una forza sovrumana e trasportato a chilometri di distanza, addirittura a Milano.
L'11 giugno del 1616, il conciatore di pelli Cristoph Kotter, mentre era in cammino verso Gorlitz, in Slesia, ebbe un incontro con una creatura straordinaria, da lui poi definita "angelo". sta di fatto che, dopo quell'incontro, gli capitò spesso di ritrovarsi in località molto lontane dal punto di partenza, senza sapere come vi fosse giunto. Nel XVIII secolo, in Russia, un cosacco di nome Puschkin, sparì letteralmente sotto gli occhi di alcuni villici, mentre inveiva contro una misteriosa sfera di circa tre metri di diametro, comparsa in un campo, nelle vicinanze di un boschetto. Dopo due giorni della sfera non vi era più traccia, mentre il cosacco ricomparve, barcollante, debilitato fisicamente e senza l'ombra di un ricordo che riguardasse il tempo della sparizione. Il fenomeno dei rapimenti di esseri umani da parte di presunte entità aliene, noto come abduction, pare quindi avere radici storiche molto profonde, che vanno ben oltre l'era moderna degli ufo, che ,ricordiamo prende il via ufficialmente nel giugno del '47, con il celeberrimo avvistamento Arnold.
Tuttavia è sicuramente con il caso dei coniugi Barney e Betty Hill, risalente al '61, che il fenomeno assume una collocazione precisa nel corpus generale dell'ufologia. Gli Hill, lui nero e lei bianca, in seguito a un incontro ravvicinato con un ufo, si resero conto della mancanza di due ore nel ricordo di quella esperienza. Questo fatto, unitamente a tutta una serie di disturbi psicofisici che affliggevano i due, li convinse a rivolgersi a un esperto ipnotista, il professor Benjamin Simon, che li sottopose a diverse sedute di regressione , durante le quali emerse che piccoli esseri umanoidi li avevano tratti a bordo di un disco volante e praticato su di loro una serie di test.
A partire da queste caso assistiamo a un'escalation nel numero delle segnalazioni, e ormai la casistica conta centinaia di episodi ben documentati, non solo negli Usa, ma in Inghilterra, Brasile, Spagna, Canada, Russia , Francia, Italia.
Nell'ambito delle possibili forme di contatto e interazione con entità aliene, le abduction si pongono in modo peculiare e distinto da altre, quali gli incontri ravvicinati del terzo tipo (in cui il contatto è visivo, al massimo con alcuni effetti fisici sui testimoni), o gli episodi di contattismo (esperienza per lo più gestibile, gratificante a volte).
Le esperienze vissute dai rapiti presentano una serie di costanti ricorrenti nella maggioranza dei casi, che riguardano le modalità con cui si svolge il fatto, gli effetti fisici e psichici sui testimoni, la tipologia delle entità abducenti, le prove indirette, di tipo materiale e testimoniale.
Le modalità con cui un rapimento inizia e si sviluppa sono spesso simili: il soggetto, in qualunque momento della propria esistenza (a letto o in automobile sono casi frequenti), subisce un'intrusione forzata e traumatica, non desiderata e che non desidererà in futuro, con conseguenze rilevanti e spiacevoli. Egli spesso viene a trovarsi sdraiato o seduto, in stato di paralisi a volte totale, su di un tavolo in quella che gli ricorda una sala ambulatoriale, dove subisce visite manuali e strumentali talora dolorose, con introduzione di aghi e sonde in varie parti del corpo (naso, retto, addome).
I soggetti riscontrano poi effetti di tipo fisico, quali la presenza di cicatrici di tipo longitudinale e circolare, tagli, bruciature, abrasioni e corpi estranei a livello sottocutaneo; oppure effetti di tipo psichico, sottoforma di ansie, nevrosi, insonnia, vuoti di memoria. E' importante notare come il ricordo che i rapiti hanno di questo genere di esperienze è pressoché nullo, qualche volta parziale, raramente totale. Anzi è proprio in conseguenza dei disturbi accusati che si riesce a risalire all'esperienza che li ha generati, grazie anche all'aiuto fornito dalla regressione ipnotica, attraverso cui emerge che i rapimenti sembrano reiterarsi sin dall'infanzia, quasi si esercitasse sul soggetto un vero e proprio controllo, periodico e sistematico.
Considerati questi elementi, oltre al fatto che molti testimoni hanno dichiarato di aver subito indagini di tipo andro-ginecologico, alcuni ricercatori hanno avanzato l'ipotesi che, scopo finale dei rapimenti, potrebbero essere sperimentazioni genetiche su cavie umane, addirittura la creazione di ibridi.
Anche la fisionomia delle creature abducenti è spesso molto simile. Sono state segnalate tipologie estremamente differenziate (caso Zanfretta, caso Parker-Hyckson), ma fra tutte emerge la seguente: altezza un metro, un metro e venti, macrocefala, occhi grandi, obliqui e completamente neri, naso quasi inesistente, per bocca una piccola fessura, corporatura generale esile con braccia sottili e sproporzionate al resto del corpo, pelle cerulea (donde la denominazione di "greys", "grigi").
Vi sono poi prove indirette, cioè conferme indipendenti. In diversi casi vi sono state segnalazioni di oggetti volanti da parte di persone non direttamente coinvolte nell'evento, o sono state riscontrate tracce e bruciature sul terreno, nei luoghi teatro di rapimento. E' interessante notare poi, come conferma della veridicità del fenomeno, che le persone coinvolte non possono essere classificate come gruppo a se stante, ma sembrano appartenere a tutti gli strati della società. Sono stati registrati, infatti, studenti, casalinghe, scrittori, operai, manager, musicisti, informatici e professionisti vari.
Ora, indubbiamente non siamo sicuri di quanta assimilabilità vi possa essere tra i silfi di Magonia e i greys, a parte che entrambi posseggono aeromobili su cui traggono a forza membri del genere umano.
Del resto, se si esamina la mitologia anglosassone, non può che inquietare la straordinaria somiglianza dei piccoli esseri grigi con i puck, strani gnomi dal corpo esile, con grandi occhi e testa sproporzionata, creature nate, guarda caso, dall'unione di uomini e fate. Un fatto è certo, comunque. L'umanità è costretta a confrontarsi con diverse realtà che si manifestano al di fuori di qualsiasi logica o schema. Un mondo sottile, forse, ma che ci accompagna da tempo immemorabile e che, per fortuna, ci ricorda che la realtà non si limita a tutto ciò che vediamo.

NEC news febbraio 98