NAZIONI UNITE |
La Ecospirituality Foundation ha partecipato alla stesura della Dichiarazione, ultimata lo scorso giugno dopo anni di lavoro e di discussione nell'ambito del Working Group on Indigenous Populations di Ginevra e del Forum on Indigenous Issues di New York. |
New York, 13 settembre 2007 Pietra miliare storica per i Popoli naturali di tutto il mondo: l’ONU ha adottato la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni.
Segnando un momento storico per i più di 370 milioni di Indigenous Peoples del mondo, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni, risultato di più di due decadi di consultazione e dialogo fra governi e Indigenous Peoples di tutti i Paesi del mondo.
Per ulteriori informazioni: |
Affermando che i popoli indigeni sono uguali a tutti gli altri popoli, pur riconoscendo il diritto di tutti i popoli ad essere diversi, a considerarsi diversi, e ad essere rispettatati come tali, |
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14 novembre 2006 Care colleghe e colleghi,
Troverete in allegato due documenti che spiegano perché si auspica che la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni delle Nazioni Unite sia adottata dagli stati membri dell'Assemblea Generale. Come probabilmente saprete, la Commissione dell'Assemblea Generale sta discutendo l'adozione della Dichiarazione e, se da un lato è evidente che gli Stati Uniti, l'Australia, il Canada, la Nuova Zelanda e la Russia sono contro la sua adozione, molti altri stati sono invece a favore. Cordiali saluti
Vicky Tauli-Corpuz 61° sessione Nazioni Unite, New York 12 Novembre 2006
Risposta dei Diritti Umani:
1 - La Dichiarazione è basata su principi e valori internazionali basilari. La Dichiarazione si basa su principi e valori che abbracciano la tolleranza, la pace e il rispetto della dignità di tutte le culture e di tutti I popoli. In particolare, la Dichiarazione viene descritta come "uno standard da perseguire nello spirito del partenariato e del reciproco rispetto".
2 - Devono essere rispettati i diritti umani di tutti. In natura i diritti umani sono generalmente di carattere relativo e non assoluto. In accordo con la Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione richiede specificamente che "siano rispettati i diritti umani e le libertà di tutti".
3 - Le disposizioni vanno interpretate all'interno del contesto più ampio. Le disposizioni della Dichiarazione non vanno lette ciascuna separatamente dalle altre, al contrario esse devono essere interpretate nel contesto dello strumento nel suo complesso. Fare altrimenti porterebbe ad interpretazioni estremiste e assolutistiche che non potrebbero trovare giustificazione all'interno della Dichiarazione o delle norme internazionali sui diritti umani nel loro complesso. Malauguratamente, il gruppo CANZUS - il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti - continuano a interpretare la Dichiarazione con questa modalità frammentaria ed erronea.
4 - La Dichiarazione non crea nuovi diritti. La Dichiarazione non dà luogo a nuovi diritti. Essa si sviluppa a partire da norme internazionali esistenti sui diritti umani che riguardano i Popoli Indigeni.
5 - Lo stato di diritto e altri principi basilari di diritto internazionale sono pienamente contemplati. Ogni disposizione della Dichiarazione deve essere "interpretata in accordo con i principi della giustizia, della democrazia, del rispetto dei diritti umani, dell'uguaglianza, della non-discriminazione, del buon governo e della buona fede". Questo permette flessibilità e al contempo equilibrio. Il riferimento al "buon governo" garantisce che lo stato di diritto all'interno degli stati sia pienamente considerato in ogni circostanza e senza eccezioni. Essendo un'espressione di intenti, la Dichiarazione non sospende l'ordinamento interno o internazionale.
6 - Un accordo più ampio non è praticabile. Come ha concluso il presidente dell'Intersessional Working Group, un lasso di tempo aggiuntivo non condurrebbe comunque ad un accordo più ampio a causa principalmente del ruolo ostruzionista ripetutamente giocato da Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda durante i lavori del Working Group.
7 - La riapertura dei negoziati potrebbe uccidere la Dichiarazione. La riapertura dei negoziati sulla Dichiarazione creerebbe inderogabilmente nuove divisioni ed impedirebbe l'adozione da parte dell'Assemblea Generale. Una misura così estrema sarebbe disastrosa.
8 - Incoraggia relazioni armoniose e di collaborazione. La Dichiarazione incoraggia esplicitamente "relazioni armoniose e di collaborazione" fra gli Stati e i Popoli Indigeni. I nove paragrafi del preambolo e i 15 articoli operativi fanno specifico riferimento a consultazioni, cooperazione o partenariato fra i Popoli Indigeni e gli Stati.
9 - Più di 20 anni di dibattito. Sono ormai più di 20 anni che all'interno dei Working Group delle Nazioni Unite si discute la Dichiarazione fra gli Stati e i Popoli Indigeni. Possiamo dire che la Dichiarazione è una delle dichiarazioni più discusse e studiate nella storia delle Nazioni Unite. Tutte le revisioni della presidenza sono avvenute a partire dalle discussioni intercorse precedentemente.
10 - Qualunque risoluzione "procedurale" allo scopo di posticipare la Dichiarazione sarebbe fortemente dannosa. Sarebbe terribile e dannoso se dovesse passare un emendamento o una risoluzione per riaprire i negoziati sulla Dichiarazione. Una tale proposta non sarebbe procedurale perché potrebbe distruggere la Dichiarazione.
11 - Al Consiglio dei Diritti Umani vi sono già stati tentativi di attuare strategie fuorvianti. Lo scorso giugno, il Canada ha tentato senza successo di attuare una strategia di questo tipo alla prima riunione del Consiglio. Nel suo Statement del 27 Giugno 2006, il Canada ha citato il suo Ministro per gli Affari Indiani, affermando che i problemi avrebbero potuto essere risolti da tutte le parti in causa "nel giro di alcuni mesi". Questa affermazione è dichiaratamente falsa e fuorviante. Proprio il giorno prima, il Primo Ministro del Canada Stephen Harper suggeriva per iscritto "un mandato negoziale di due anni".
12 - Il gruppo di Stati CANZUS persiste nella politicizzazione dei diritti oggetto della Dichiarazione. Seguendo le loro motivazioni interne, alcuni Stati occidentali stanno incoraggiando attivamente altri stati a ritardare l'adozione della Dichiarazione con la scusa di introdurre "migliorativi". In questo modo il gruppo CANZUS continua a politicizzare i diritti umani dei Popoli Indigeni. Azioni di questo genere penalizzano gravemente il Consiglio e le attuali riforme delle Nazioni Unite.
13 - Negli ultimi 8 mesi il gruppo CANZUS ha evitato ogni consultazione con i Popoli Indigeni. Il gruppo CANZUS ha avuto otto mesi a disposizione per consultare i Popoli Indigeni nei rispettivi paesi d'appartenenza su tutte le tematiche della Dichiarazione che preoccupano gli Stati. Ciononostante nessuno di questi Stati ha intrapreso alcuna consultazione con i Popoli Indigeni. Nessuno di questi Stati ha cercato sinceramente di "migliorare" la Dichiarazione.
14 - Il Canada in violazione dei suoi obblighi costituzionali e internazionali. Nonostante gli obblighi costituzionali che lo vincolano a consultare i Popoli Indigeni, il Canada ha optato per un'opposizione vigorosa e unilaterale alla Dichiarazione mettendo in atto strategie procedurali e di altro tipo negli ultimi otto mesi. Quale membro del Consiglio per i Diritti Umani, il Canada è inadempiente nel "sostenere gli standard più elevati per la promozione e tutela dei diritti umani… [e] collaborare pienamente con il Consiglio", secondo quanto richiesto dall'Assemblea Generale
15 - È essenziale per la sopravvivenza, la dignità e il benessere dei Popoli Indigeni. La Dichiarazione promuove uguaglianza e non discriminazione per tutti. La Dichiarazione è essenziale per la sopravvivenza, la dignità e il benessere di tutti i Popoli Indigeni del mondo.
16 - Rafforza il sistema internazionale dei diritti umani. L'adozione della Dichiarazione da parte dell'Assemblea Generale va a sostenere il lavoro di vitale importanza del Consiglio per i Diritti Umani e rafforza il sistema internazionale dei diritti umani nel suo complesso.
A cura dell' Indigenous Peoples' Caucus - 12 Novembre 2006
DELLE NAZIONI UNITE INVITO A SOSTENERE LA DICHIARAZIONE
1 - La Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni sarà votata dall'Assemblea Generale nel corso dell'attuale riunione. In accordo con la promozione e la tutela dei diritti umani per tutti, è nel migliore interesse di tutti gli Stati sostenere l'adozione di questa Dichiarazione storica.
2 - Le disposizioni della Dichiarazione sono state oggetto di discussione approfondita da parte degli Stati membri, dei Popoli Indigeni e di altre parti interessate negli ultimi vent'anni. Nessun altro documento delle Nazioni Unite è stato mai sviluppato con una partecipazione piena e democratica di tutte le parti interessate come è avvenuto per la Dichiarazione. L'esito di questo processo è stata l'adozione della Dichiarazione del Consiglio dei Diritti Umani durante la sua prima sessione storica del 29 giugno 2006.
3 - La Dichiarazione afferma che i Popoli Indigeni rendono un contributo unico alla diversità e alla ricchezza delle civiltà e delle culture che costituiscono parte integrante del comune patrimonio dell'umanità. La Dichiarazione promuove e valorizza il pluralismo nella società. Il documento finale del Summit mondiale del 2005 riafferma l'impegno della comunità internazionale nell'adozione, nel più breve lasso di tempo possibile, del testo finale della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni.
4 - La Dichiarazione è della massima importanza per combattere la discriminazione contro i Popoli Indigeni creatisi in più di cinque secoli di razzismo, emarginazione ed esclusione. La Dichiarazione incoraggia esplicitamente rapporti armoniosi e di cooperazione fra gli Stati e i Popoli Indigeni. Tutte le disposizioni della Dichiarazione saranno interpretate in coerenza con i principi di giustizia, democrazia e rispetto dei diritti umani, di non discriminazione e buona fede.
5 - La Dichiarazione rappresenta la riaffermazione dell'impegno della comunità internazionale a rispettare la diversità culturale e il diritto alla differenza.
6 - La Dichiarazione è basata sui principi del partenariato, della consultazione e cooperazione fra i Popoli Indigeni e gli Stati, in piena ottemperanza al tema del Secondo Decennio Internazionale dei Popoli Indigeni del mondo "Partnership for Action and Dignity" approvato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2005.
7 - La Dichiarazione, quale progetto a tendere per i diritti umani, riveste grande valore per tutti. Essa rappresenta un prezioso quadro di riferimento per la risoluzione delle controversie e il raggiungimento degli obiettivi comuni della comunità internazionale e della Carta delle Nazioni Unite.
8 - La Dichiarazione non crea nuovi diritti, ma è stata sviluppata a partire dalle norme e i principi internazionali sui diritti umani che si applicano ai Popoli Indigeni.
9 - La dichiarazione promuove l'uguaglianza e la non-discriminazione per tutti. La Dichiarazione è essenziale per la sopravvivenza, la dignità e il benessere dei Popoli Indigeni del mondo.
10 - La Dichiarazione rafforza il sistema internazionale dei diritti dell'uomo nel suo complesso.
A cura dell' Indigenous Peoples' Caucus - 18 Ottobre 2006
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