LE ANTICHE PIRAMIDI EUROPEE



LA PIRAMIDE DI PIETRAPERZIA (SICILIA, Italia)
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In Sicilia, a Pietraperzia nei pressi di Enna, si eleva una grande struttura piramidale, conosciuta come "la Piramide di Pietraperzia".
La piramide si trova nell'altopiano di Cirummeddi, luogo particolarmente interessante dal punto di vista archeologico, poichè intorno ad essa sono stati rilevati una cinquantina di siti megalitici, alcuni identificati come laboratori destinati alla lavorazione degli utensili in selce.
La struttura è stata realizzata con la posa di pietre a secco. La sua base, di forma rettangolare, è lunga 55 metri per una larghezza di 30, mentre la sua altezza è di circa 13 metri.
La struttura è caratterizzata dalla presenza di quattro scale, ognuna ricavata su uno dei suoi quattro lati, in maniera simile a quelle delle piramidi costruite nell'America centrale e a quelle dell'Isola di Tenerife nelle Canarie, che portano verso la cima dove campeggia una sorta di trono ricavato nella roccia.
Si nota inoltre come i suoi lati siano orientati quasi perfettamente verso i quattro punti cardinali, con uno scarto di soli due gradi. Rilevazione che potrebbe comportare l'indicazione utile per ricavare, dal contesto astronomico di allora, la data in cui venne edificata.
Probabilmente fu per queste sue caratteristiche costruttive che quando la piramide fu visitata dall'esploratore Thor Heyerdahl nel 2000, egli dichiarò di reputarla come l'antica sede di un culto solare, paragonandola a una ziggurath mesopotamica.
Le origini di questa piramide vengono fatte risalire dai ricercatori all'opera dei Sicani, gli antichi abitatori dell'Isola, intorno al 3000 a.C. come seguito storico delle migrazioni dei popoli Cro-Magnon giunte dall'Africa, avvenute circa 40- 50.000 anni fa.
Secondo i paleontologi la variante Cro-Magnon dell'Homo Sapiens Sapiens avrebbe fatto la sua comparsa in Africa circa cinquantamila anni fa per poi diffondersi, a partire da quarantamila anni fa, oltre che sul continente anche in Asia ed in Europa.
Circa trentacinquemila anni fa le foreste del Nord Africa cominciarono a lasciare posto al deserto. Le popolazioni Cro-Magnon, che si erano stabilite in quell'area, e che in seguito sarebbero state identificate nelle attuali genti berbere, migrarono anche verso l'Europa. Attraversarono quindi lo Stretto di Gibilterra raggiungendo il sud della penisola iberica, nell'area corrispondente all'attuale Andalusia, dove diedero vita a nuovi insediamenti. Nello stesso periodo altre genti pre-berbere giunsero fino alle coste liguri dell'Italia, dando vita alla comunità dei Liguri, spingendosi poi verso il Medio-Oriente e i Balcani.
Altre correnti migratorie, dal Nord Africa, attraversarono il tratto di mare esistente tra la costa del Marocco e le Canarie, per raggiungere l'isola di Tenerife dando origine al popolo dei Guanci.
In seguito, intorno al 3000-4000 a.C., a causa dei contrasti esistenti tra i Liguri e le popolazioni della penisola iberica, alcune popolazioni emigrarono nuovamente per raggiungere e colonizzare la Sicilia, dando vita alla cultura dei Sicani.
Tesi controversa visto che altri ricercatori sostengono che la cultura dei Sicani possa essere stata il frutto di una colonizzazione diretta dalla Tunisia. Del resto, viene fatto notare come lo stesso nome originale dei Liguri, attribuito dai greci, era invece quello di Libi o Libui. Una denominazione che porta ad una inevitabile associazione toponomastica con il territorio della Libia attuale e a ritenere quindi che potevano essere originari di queste terre africane.
Tuttavia, nell'attribuire l'origine delle piramidi siciliane, non va dimenticata la migrazione pressochè contemporanea ai Sicani da parte dei Pelasgi, i "popoli del mare", che secondo le leggende fuggivano dalle terre fertili del bacino del Mar Nero alla ricerca di nuovi luoghi in cui far sopravvivere la loro civiltà. Proprio in quell'epoca quelle terre che avevano ospitato una grande civiltà del passato stavano per essere sommerse dal Mar Mediterraneo che, dopo lo sciogliersi dei ghiacci dell'ultima glaciazione e per il conseguente innalzamento delle acque, stava tracimando come un vero e proprio diluvio biblico attraverso lo stretto del Bosforo.
Anche se il loro fu solamente un percorso esplorativo attraverso il continente europeo, i Pelasgi lasciarono dietro di loro insediamenti megalitici in tutta Europa. Ad essi si possono attribuire non solamente le piramidi che si trovano in Sicilia, ma anche quelle rinvenute in Sardegna, sull'Isola di Tenerife nelle Canarie, in Bretagna, fino a comprendere quelle delle lontane Isole Mauritius nell'Oceano Pacifico.
Addirittura, ritenendoli abili navigatori e conoscitori di rotte planetarie, si potrebbe giungere ad attribuire ai Pelasgi anche le piramidi che sono comparse nelle culture precolombiane, come si può anche evincere dall’evento narrato nelle tradizioni dei Nativi, i quali ricordano e tramandano l'arrivo di navi dall'occidente molto tempo prima dell'arrivo del Colombo.
Per quanto riguarda la piramide di Pietraperzia, dai vari forum di archeologia si ha notizia che nel 2000 è stata creata una collaborazione con l'Unione Europea e una partnership con studiosi di Tenerife che avevano già collaborato con l'Università americana del Maine per gli studi eseguiti sulle piramidi di Güímar.
L'intenzione di questa partnership internazionale era quella di condurre uno studio approfondito sulla piramide di Pietraperzia e su tutta l'area interessata dai siti megalitici realizzando anche una mappatura archeologica di tipo stratigrafico. Tuttavia, in seguito, il progetto è stato inspiegabilmente abbandonato.

Servizio di: Giancarlo barbadoro
Immagini di: Annibale Leggio






Una vista della piramide di Pietraperzia
La piramide è dotata di quattro scalinate che portano alla sua sommità, ognuna sui quattro lati corrispondenti ai punti cardinali



Il trono in pietra che si trova sulla sommità della piramide
Il particolare di una delle quattro scalinate che portano alla sommità della piramide



Un particolare della struttura della piramide realizzata con pietre posate "a secco"
Uno dei tanti reperti megalitici esistenti nell'area dove sorge la piramide di Pietraperzia