Storia e curiosità dello Stone circle di Dreamland

Il Tempio dell'Ecospiritualità



Le caratteristiche architettoniche dello Stone circle

Lo Stone circle di Dreamland è costituito da precisi elementi che rappresentano una parte integrante della sua complessa struttura.
Il suo orientamento segue una precisa logica astronomica ed è situato sull’asse Nord-Sud. La rilevazione del Nord è stata eseguita secondo l'antico metodo già utilizzato dai druidi, basato sull'osservazione del movimento di una specifica stella che ha consentito la triangolazione del punto cardinale. In seguito la posizione del Nord, risultata esatta, è stata verificata a mezzo di un teodolite laser puntato direttamente sulla stella polare.
Possiamo elencare tre elementi strutturali dell'opera:

  1. un cerchio interno del diametro di nove metri. Il suo centro si trova alla Latitudine: 45° 11’ 09,30’’ Nord e alla Longitudine: 7° 32’ 05,30’’ Est della superficie del pianeta, nell’area boreale degli emisferi terrestri.
  2. un cerchio esterno costituito da dodici standing stones, o menhirs, poste su una circonferenza del diametro di ventitrè metri. Il loro specifico posizionamento è stato ripartito a mezzo di un teodolite laser.
  3. Quattro pietre di direzione, o "four direction stones", corrispondenti ai quattro punti cardinali, poste su una circonferenza del diametro di circa quaranta metri.


Il piano di costruzione dello Stone circle

La costruzione dello Stone circle è stata sviluppata in tre tempi per ottemperare alle esigenze operative necessarie alla sua realizzazione.
Per attuare una ricostruzione storica il più possibile fedele all'antica cultura celtica si è tenuto conto di varie circostanze tradizionali.
In questa prospettiva, si è avuto cura, tra le altre cose, che il terreno sul quale avrebbe dovuto sorgere lo Stone circle non fosse stato arato con strumenti di metallo per almeno quattro lunazioni e che nella sua costruzione fossero presenti i quattro elementi dell’universo, Terra-Aria-Acqua-Fuoco, che secondo la tradizione druidica costituivano la struttura fondamentale di tutte le cose:

  1. per dare seguito alla simbologia dell’Acqua sono state scelte le pietre che venivano dal fiume che le aveva lavorate e dominate con l’incedere delle sue acque. Pietre che avrebbero costituito il cerchio interno dello Stone circle.
  2. per quanto riguarda la simbologia della Terra sono state scelte le pietre che venivano da una cava dell’entroterra, estratte dal cuore della montagna. Pietre che avrebbero costituito le dodici standing stones del cerchio esterno e che infisse nel terreno si protendono verso l'interno della Terra e sono captatrici delle sue forze telluriche.
  3. per l’Aria si è provveduto a sciegliere un luogo che fosse esteso e in aperta campagna, libero dalle barriere degli alberi e da qualsiasi altra costruzione, lasciando che lo Stone circle fosse lambito dal vento impetuoso che spesso giunge dal Nord con tutta la sua forza.
  4. il simbolo del Fuoco è stato sottolineato nella funzione di "meridiana solare" che porta il sito megalitico ad interagire con la luce e il calore del Sole.

Un po' di storia  e di magia dello Stone circle

1 - L'antefatto tra storia e mito

Il luogo dove sorge il Cromlech ha una sua storia e la scelta del luogo non è avvenuta a caso. L'intenzione di realizzarlo nel sito dove si trova ora è maturata con il suggerimento degli eventi storici che si sono succeduti nel tempo.
Nel corso del lavoro di redazione del libro "Rama Vive", con l'intento di raccogliere le testimonianze rimaste dell'antico passato celtico delle valli del nord del Piemonte, Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero del LabGraal ebbero l'occasione di incontrare alcune "Famiglie Celtiche" che ancora nel nostro secolo con discrezione si tramandavano miti e tradizioni attraverso il tempo. L'incontro fu fruttuoso in quanto vennero messe in luce narrazioni che sembravano ormai perdute e tracce di una storia dimenticata che costituiva una preziosa testimonianza sulle vicende dei popoli celtici dell'area in oggetto.
La storia e le testimonianze concesse dagli Anziani delle "Comunità Celtiche" si intrecciano in una narrazione che potrebbe anche essere imprecisa, ma comunque ben radicata nella loro memoria.
Intorno al 1200 aC in tutta l'area del Piemonte risiedeva il popolo celtico dei Salassi suddivisi in vari clan. Uno di questi, secondo le tradizioni sopravvissute, conosciuto con il nome di Ramat, estendeva le sue terre in una vasta zona che dalle attuali cittadine di Fiano e La Cassa si estendeva fino a Robassomero.
L'origine di questo clan veniva fatta risalire alla Val di Susa. Si erano spostati dalla loro valle di origine passando attraverso una grotta che si apriva sul fianco del monte Roc Maol (l'attuale Rocciamelone) e raggiungeva come un lungo tunnel naturale la zona delle Valli di Lanzo.
Il clan era caratterizzato dalle proprie tradizioni che facevano riferimento al mito di Fetonte e vantava di custodire la ruota d'oro ricevuta dal dio. Questo clan sarebbe all'origine di una delle "Famiglie Celtiche" nelle Valli di Lanzo, ancora oggi esistenti attraverso un lungo percorso di vicende che vanno dalla conquista della zona da parte dei romani alla scomparsa sanguinosa dei Catari che anch'essi, dopo i Salassi, estendevano la loro presenza in questa area.
Sembrano confermare la presenta di questo clan le tradizioni che continuano ancora nelle Valli di Lanzo. Ad esempio, in alcuni paesi della zona viene praticato il "rito della Rama", un rito millenario di consacrazione del pane mediante un rametto d'albero che probabilmente ricorda la sacralità dell'Yggdrasil, l'albero cosmico della vita dell'antico druidismo. Si può aggiungere ancora che secondo un antico toponimo dei nomi degli abitanti della zona della Cassa, presso il Parco della Mandria, esisteva una popolazione chiamata "Ramasèt", nome di cui oggi non si conosce l'origine.
Secondo la narrazione degli Anziani delle "Famiglie Celtiche" delle Valli di Lanzo, in un luogo situato a nord dell'interno dell'attuale Parco della Mandria, esisteva un grande albero sacro secolare posto al centro di una radura, che era considerato il centro della terra sacra su cui viveva l'antico clan dei Ramat.
Dopo che la Chiesa, con il concilio di Arles, proibì l'adorazione degli alberi, delle fonti e dei megaliti, la celebrazione dei Solstizi e degli Equinozi continuò al riparo della grande foresta di querce che allora ricopriva l'attuale tenuta del Parco della Mandria e che manteneva la sua impenetrabilità anche se in precedenza era stata in gran parte disboscata dai romani.
Per prudenza, l'albero, del resto ormai cancellato dai secoli, in occasioni di questi riti veniva sostituito di volta in volta con un robusto tronco che veniva piantato nel terreno.
Si legavano alla sua cima lunghi nastri colorati che venivano tenuti in basso in una mano da uomini e donne che danzavano lentamente. Tra canti e musiche, intorno al palo, i danzatori ballavano in cerchio fino ad intrecciare i nastri, suggerendo la formazione delle coppie e la fortuna dei convenuti.
Una tradizione che continua ancora presso alcuni paesi delle Valli di Lanzo e dell'alta Val di Susa, e che viene conosciuta presso altre zone del Piemonte e dell'Europa come il "Palo di Beltane" simbolo di fertilità degli uomini e dei campi. Tradizione riferita inequivocabilmente al mistico albero dell'Yggdrasil e in alcuni casi, nel nord Europa, considerato come il precursore dell'albero natalizio con cui si festeggia il Solstizio d'Inverno.
Dopo la sanguinosa pulizia etnica attuata nel 1200 dalla Chiesa del tempo nei confronti dei Catari che dimoravano nell'area del nord del Piemonte, alcune "Famiglie Celtiche" continuarono a praticare l'antico rito riparati nel folto della grande foresta che ricopriva il luogo sacro da loro utilizzato.
Quest'area sacra sembra aver avuto un rilievo importante ancora secoli dopo, considerando che proprio all'altezza dell'attuale Parco della Mandria esisteva un castello-fortezza templare che vigilava sul luogo e assicurava il transito della via che portava alle Valli di Lanzo.
L'utilizzo dell'area sacra venne protratto sino al 1800 quando il Re d'Italia, Vittorio Emanuele II, fece recintare una vasta zona, che costituisce l'attuale Parco della Mandria, per trasformarla in una sua personale riserva di caccia.
Gli Anziani non si scoraggiarono e quando il Re andò ad abitare nel castello che si era fatto costruire per lui e per la sua amante, la "Bela Rosin", andarono come postulanti a chiedere a questa la possibilità di accesso all'antico sito dei loro riti ancestrali.
La "Bela Rosin" non ebbe difficoltà a concedere questo accesso, per due motivi: innanzitutto perchè lei stessa proveniva dalla cittadina di Moncalvo, zona di grande presenza dell'antica religione catara e pertanto comprendeva il loro bisogno; e inoltre perchè la zona di accesso si trovava a nord dalle abitazioni reali e quindi non creava alcun problema.
Sempre secondo gli Anziani, le "Famiglie Celtiche" delle Valli di Lanzo utilizzarono il luogo sino al 1850. Il Re era deceduto e la "Bela Rosin" non abitava più stabilmente al suo palazzo nel Parco della Mandria, così il luogo non era più accessibile.
Furono gli Anziani di due "Famiglie Celtiche" a indicare il luogo a nord delle "Cascine Bello", dove sorge attualmente l'iniziativa di Dreamland, come il sito dove probabilmente veniva eretto il tronco nelle loro ultime celebrazioni dei Solstizi e degli Equinozi. Gli Anziani aggiunsero che Madre Terra avrebbe comunque provveduto a dare un segno con cui iniziare il lavoro di edificazione.
I successivi eventi, di natura poetica e straordinaria, che effettivamente accaddero per indicare il luogo dove erigere il Cromlech, sembrano in definitiva confermare la testimonianza dei due saggi Anziani.
Se questa testimonianza fosse veritiera, il ruolo del Cromlech non sarebbe solo quello di dare visibilità all'antica cultura dei Celti, ma si estenderebbe anche al compito di dare un segno di continuità all'antico mito di Fetonte e della città di Rama.


2 - La scelta "magica" del luogo

Nella prospettiva dell'edificazione tradizionale del Cromlech, per la scelta del luogo dove erigere la sua struttura ci si è voluti affidare alla lettura degli eventuali "segni" che la Natura, secondo quanto suggeriva la consuetudine degli antichi druidi, poteva manifestare allo scopo.
Così in effetti è accaduto e ci siamo lasciati guidare da una precisa "visione" ottenuta attraverso le indicazioni che sembravano giungere da parte della Natura.
Per prima cosa accadde che, proprio il giorno seguente a quello in cui ci siamo posti la questione, un airone cinerino scendesse dritto e sicuro dal cielo per andare a posarsi su un preciso punto della campagna circostante.
La cosa non lasciò indifferenti in quanto la figura dell'airone rivestiva presso gli antichi popoli della Terra una serie di importanti significati. Nelle leggende irlandesi l'airone possiede poteri soprannaturali ed è messo in relazione con la coppa del Graal, tanto da essere considerato un uccello segreto e magico.
Presso i greci l'airone era associato alla figura del Drago e alla saggezza antica del dio serpente. Presso gli Egizi l'airone venne associato al mito della Fenice e al pianeta Venere. Per gli antichi egizi la Fenice rappresentava il nuovo "profeta" che "distruggeva" gli antichi testi sacri per far risorgere una nuova Religione dai resti della precedente.
Presso i cinesi l'airone era conosciuto come l'uccello di fuoco, personificazione delle forze primordiali dei Cieli.
L’evento fu giudicato pertanto di buon auspicio e si stabilì che il punto del suolo dove si era posato l'airone dovesse rappresentare il centro del futuro Stone circle. Venne quindi seminterrata una piccola pietra rotonda a segnare il punto esatto.
Il giorno successivo, su questa stessa pietra che segnava il centro del futuro Stone circle si andò a posare un falco e vi rimase sopra a lungo, incurante di quanti si avvicinarono per osservarlo meglio.
Anche la figura del falco ha rivestito per i popoli antichi altri importanti significati. Presso gli antichi egizi rappresentava il dio Horus che ereditava il potere del dio Osiride, suo padre, a cui si sovrapponeva come significato mistico e di cui faceva giustizia della sua morte causata da Seth.
Nei racconti delle leggende irlandesi, il falco manifesta inoltre un preciso ruolo sacro. Nella leggenda di Tuan Mac Cairill, il druido primordiale sopravvissuto al diluvio che secondo il mito ha dato vita alla cultura d'Irlanda, il falco rappresenta uno dei suoi stati iniziatici. Nella mitologia gallica il falco corrispondeva all'aquila e al suo potere celeste.
Questo evento fu quindi recepito come un ulteriore "segno" da parte della Natura da raccogliere e da valutare nel suo significato simbolico che confermava il centro "magico" intorno al quale si sarebbe dovuto costruire lo Stone circle.

3 - La realizzazione del cerchio interno e il "dono" di Gaia

Le pietre utilizzate per la realizzazione del cerchio interno provengono da una cava di Villanova a Nord di Torino, che raccoglie le pietre d'acqua sul torrente Stura, fiume che scorre a pochi chilometri di distanza dal sito megalitico.
Anche per la realizzazione del cerchio interno dello Stone circle si sono volute rispettare le prassi tradizionali. Le pietre sono state scelte presso la cava secondo le loro polarità intrinseche stabilite per via della loro forma e colore. Sono state quindi posate in senso destrorso secondo la consuetudine di sacralizzazione dei percorsi mistici dell'antico druidismo.
Nel corso della costruzione del cerchio interno si sono verificati altri nuovo episodi che possono mostrare il senso del poetico che ha accompagnato la realizzazione dell'opera.
Un esempio, forse banale, ma comunque inspiegabile e dal sapore magico: la traccia circolare su cui posare le pietre del primo cerchio era già stata segnata due settimane prima dell'arrivo del materiale dalla cava di fiume, utilizzando una corda tenuta sul centro e della farina che veniva fatta scivolare posandosi al suolo sull'erba. Nella notte che seguì il giorno del lavoro, si levò un formidabile temporale con sostenuti rovesci di pioggia battente che scompigliò tutta l'erba del prato dove sarebbe sorto lo Stone circle. Ma nonostante tutto questo, il mattino successivo, il tracciato circolare di farina che segnava la posizione delle pietre fu ritrovato intatto, così come era stato lasciato in precedenza.

L'orientamento dello Stone circle con l'utilizzo del puntamento laser
Per la loro posa si è dovuti ricorrere a mezzi di trasporto e di messa in opera non indifferenti con l'impiego di una grossa macchina di movimento terra. Trasportate dalla cava sul luogo vennero quindi posizionate con attenzione al fine che si trovassero nella posizione preventivamente prescelta.
Fu un lavoro lungo e impegnativo, per il quale tuttavia non venne richiesto alcun compenso dalla ditta che eseguì il lavoro. Ciò che veniva realizzato era così straordinario e pieno di fascino che non aveva bisogno di essere compensato con del denaro. Bastava l’opera in sé, il nostro entusiasmo e l'avervi potuto partecipare. La cosa sembrò molto simbolica. Le pietre tratte dal corpo di Gaia, il nostro pianeta, venivano donate in un atto d'amore per l'amore che mostravamo nella costruzione del cerchio che ci avrebbe permesso di entrare in contatto con il mistero di Gaia.
Durante la costruzione del cerchio avvenne un altro fatto inspiegabile che non mancò di suggestionare per la sua apparente magia.
Era una fredda mattina di dicembre, un inverno particolarmente rigido, con un vento tagliente che non dava respiro. Ma accadde che non appena la prima pietra venne posata al suolo, quella a nord secondo la prassi rituale prevista dall'antica tradizione, il vento cessò di colpo e le nubi si aprirono in maniera spettacolare per lasciar passare la luce e il tepore del Sole.
I presenti si trovarono così all'improvviso in una situazione primaverile, tanto da doversi togliere di dosso i pesanti indumenti che indossavano. Si lavorò così fino all'ultimazione del cerchio.
Quando venne posata l'ultima pietra, sempre in maniera spettacolare le nubi si richiusero all'istante e il vento si sollevò di nuovo freddo e tagliente, facendo sopraggiungere il gelo invernale.
Ancora oggi capita spesso che, mentre all'esterno del cerchio si percepisce il freddo stagionale, al suo interno i convenuti sentano l'aria intiepidirsi, tanto da attenuare in maniera sensibile la rigidità della temperatura. Mentre all'esterno del cerchio la temperatura rimane immutata.
Il cerchio interno venne ultimato, con la posa dell'ultima pietra, alle ore 12.30 del 3 dicembre 1999.
La notte stessa, seguendo il completamento della ricostruzione storica, si provvide quindi alla sua consacrazione rituale secondo le prassi stabilite dall'antica tradizione druidica.

4 - La realizzazione del cerchio esterno e il mistero dei fiori

Le dodici standing stones con cui è stato realizzato il definitivo cerchio esterno provengono da una cava situata nei pressi di Cantoira, nella Valle di Lanzo, che raccoglie le pietre direttamente dal cuore della montagna. Qui, prima del loro trasporto sul sito, anch'esse come le precedenti, vennero accuratamente scelte

La comparsa inspiegabile dei fiori all'interno
del secondo cerchio di pietre
selezionandole secondo le idonee caratteristiche, di forma e di colore, che dovevano possedere.
L’orientamento della struttura definitiva dello Stone circle era stata preventivamente eseguita con l’impiego di un teodolite laser. Orientato sulla posizione della stella polare, aveva consentito di stabilire con esattezza la posizione delle quattro pietre di direzione, le "four directions", che indicavano i quattro punti cardinali e quindi la ripartizione del posizionamento delle dodici standing stones che indicavano gli esatti punti del cerchio esterno su cui collocarle.
La posa definitiva delle grandi pietre, per via del loro considerevole peso e dimensioni, ha richiesto l’impiego di due macchine di movimento terra di una ditta specializzata che ha impiegato circa due settimane per ultimare il lavoro .
La posa delle dodici standing stones venne ultimata alle ore 12.30 del 25 ottobre del 2006. Lo Stone circle venne completato alle ore 16.30 dello stesso giorno con la posa definitiva delle quattro grandi pietre di direzione.
Anche per la realizzazione del cerchio esterno non sono mancati episodi che possono rivelare il senso del magico che ha accompagnato tutto l'evento attraverso il tempo, dalla sua progettazione alla sua ultimazione.
Un esempio: pochi giorni prima che si avviasse il lavoro della posa delle standing stones, una improvvisa e forte fioritura di fiori bianchi andò a coprire l'area che sarebbe poi stata delimitata dalle dodici standing stones, ovvero l’intera fascia del prato esistente tra il perimetro del bordo del cerchio interno e quello esterno.
La cosa veramente strana, e comunque inspiegabile, fu rappresentata dal fatto che questa fioritura si manifestò solamente in questa area, e non ci fu assolutamente traccia nel resto del prato, né all'interno dell'esistente cerchio interno, già precedentemete realizzato.

5 - Casualità e mito nella simbologia dello Stone circle

La tradizione nordica narra che gli Asi, gli antichi dei nati nel mondo dei ghiacci, dopo aver sconfitto i giganti che impersavano sulla terra del loro tempo, crearono un nuovo mondo a cui diedereo il nome di Midgard, la “Terra di mezzo” , che posero tra i due mondi già esistenti e nati con la creazione del nostro pianeta, quello di Niffelheim, il mondo di ghiaccio, e di Muspellheim, il mondo di fuoco.
Come i mitici Signori dell’Alcheringa australiana che modellarono la Terra perché ospitasse l'umanità, anche gli Asi trasformarono l’immenso corpo della primigenia terra, rappresentata dal simbolo antropormofo di Ymir, il colosso di ghiaccio capostipite della razza dei giganti, per rendere possibile la comparsa di una nuova forma di vita. Dalle ossa del gigante nacquero le montagne, dai suoi capelli gli alberi, dal suo cervello le nuvole.
Quindi,intorno a Midgard vennero posti a sua protezione un vasto mare e una enorme muraglia a difesa della sua integrità.
Quando l’opera organizzatrice dell’universo fu completata, Odino, accompagnato da altri due dei, Loki e Hoenir, si recò sulla Nuova Terra per completare il suo disegno relativo alla Nuova terra che alcuni miti dicono fosse stato suggerito da Loki.
Scelse due alberi che ebbe cura di trasformare nei corpi dei primi esseri umani: da un albero di frassino diede vita al corpo dell’uomo, che chiamò Askr, e da un albero di olmo diede vita al corpo della donna, che chiamò con il nome di Embla.
Hoeker, o Hoenir, il saggio e amico di Odino, si incaricò di dare ad entrambi il dono della ragione perchè potessero comprendere le cose che avevano intorno. Loki, dal canto suo, diede loro il misterioso calore interiore che li avrebbe resi effettivamente vivi e simili agli dei.
Terminata la loro opera, le tre divinità lasciarono quindi il Nuovo Mondo affinché gli esseri umani potessero vivere da soli realizzando quanto avevano bisogno per la loro sopravvivenza e per il completamento del loro destino.
Un racconto mititologico che sembra entrare casualmente nella simbologia espressa dallo Stone circle.
Si ricorda che lo Stone circle era stato realizzato a seguito di una serie di indicazioni ottenute casualmente da vari fattori ambientali accettati perchè ritenuti di buon auspicio per la sua costruzione.
Qualche tempo dopo la realizzazione dello Stone circle, nel fare delle misurazioni astronomiche ci si rese conto che se si prendeva a riferimento il diametro del cerchio interno di pietre, deputato a simboleggiare il mondo fisico di Abred e più precisamente la "Terra di Mezzo" della mitologia nordica relativa a Odino, rapportandolo all'orbita media compiuta dalla Terra intorno al Sole si poteva constatare che le proporzioni astronomiche potevano portare a identificare il cerchio delle "Standing stones" esterne come la fascia degli asteroidi che circonda il nostro pianeta.
Una barriera protettiva della Terra di Mezzo posta, per l'appunto, al di là dell'immenso mare, ovvero la distanza che separa la Terra dagli asteroidi. Una casualità che sembra riproporre l'antico mito nordico.
Spingendo l'occasionalità offerta dalla casualità di coincidenze si potrebbe addirittura giungere all'interpretazione delle quattro pietre di direzione come il simbolo dell'orbita, più esterna, su cui si muove il gruppo degli asteroidi conosciuto come quello dei "Troiani".
In questa prospettiva astronomica, lo Stone circle verrebbe ad assumere il ruolo di un vero e proprio modello simbolico del sistema solare.


Il Cromlech e i suoi misteri

Lo Stone circle è stato teatro della manifestazione di fenomeni inconsueti che non trovano una spiegazione razionale.
circa tre mesi dopo il completamento del cerchio interno, di fronte ad alcuni sbigottiti testimoni, avvenne un evento inspiegabile. In pieno giorno, una grande nube di vapore opalescente e chiaro si sprigionò all'improvviso dal centro del cerchio

I due piccoli globi luminosi fotografati ai lati del cerchio interno del Cromlech nella sua prima fase di costruzione.
per elevarsi a mezz'aria sino ad assumere il profilo di una grande coppa. Rimase al di sopra del cerchio, mantenendo inalterata questa forma per molti minuti, poi, sempre repentinamente, la nube si raccolse su se stessa fino a scomparire nel terreno, come se venisse riassorbita dal centro del cerchio.
Un altro fenomeno particolare è rappresentato dalle proprietà terapeutiche che LE pietre erette del cerchio esterno del Cromlech sembrano possedere. Per un fortuito caso ci si era accorti che appoggiandosi ad una delle pietre era stata rilevata l'immediata scomparsa della sensazione di stanchezza che lasciava posto a una evidente tonificazione di tutto il corpo. Il fenomeno è stato verificato ripetendo l'esperienza più volte, e con più soggetti, e si è constatato, pur valutando il possibile intervento della suggestione, che gli effetti terapeutici si manifestavano sempre con la stessa caratteristica.
L'esperimento è stato poi ripetuto con le altre pietre dello Stone circle. Si è così constatata una apparente specificità terapeutica per ciascuna di esse. Alcune sembravano far svanire l'ansia, altre, sempre a loro contatto, facevano scomparire piccoli disturbi, come il mal di testa e il mal di schiena.
Un altro fenomeno inspiegabile, osservato da quanti si siedono in meditazione o semplicemente si rilassano sulle pietre interne del Cromlech, è quello battezzato con il nome di "nube di plasma" per via della sua singolare manifestazione. Si evidenzia nell'area circoscritta dal cerchio interno una sorta di tappeto di lieve turbolenza dell'aria come se questa a livello del prato diventasse ribollente. Apparentemente lo stesso fenomeno che si può osservare nelle giornate d'estate quando l'aria surriscaldata si alza ondeggiando dall'asfalto distorcendo il paesaggio circostante.
Il fenomeno si manifesta indifferentemente ad ogni stagione, preferibilmente al primo buio del calare della notte e soprattutto solamente all'interno del cerchio più piccolo.
Un altro fenomeno inconsueto che può essere citato è quello dei piccoli globi luminosi che alle volte sono stati visti volteggiare sulle pietre del Cromlech. Oggetti che possono essere ricondotti al fenomeno delle "Earth Lights" osservate anche in altri luoghi, come a Sassalbo in Italia, a Hessdalen in Norvegia e a Marfa in Texas. E' stato possibile anche fotografarli.



Il mistero dei "crop circles"

Come è già accaduto in altri casi presso antichi siti megalitici, ad esempio vicino al complesso di Stonehenge in Inghilterra, anche accanto al sito megalitico di Dreamland sono comparse nel prato circostante inspiegabili formazioni di "crop circles".
E' successo puntualmente ogni anno nei mesi estivi, dall'aprile 2007 a seguire sino al 2010, all'improvviso e senza che nessuno potesse scorgere eventuali autori. I disegni sono stati di volta in volta prima un triskel, poi delle lettere dell'alfabeto ebraico sino alla raffigurazione di un drago.
La vegetazione interessata al fenomeno, come da copione consueto, è sempre stata caratterizzata da steli a noduli, sui quali si piegano spontaneamente creando il disegno, e sulle foglie sono state rilevate le note microsferule di silicio che accompagnano la comparsa dei "crop circles".
La manifestazione del singolare fenomeno sembra suggerire la completa integrazione del monumento di Dreamland con la dimensione storica a cui appartengono le altre edificazioni megaltiche e con le forze telluriche di Gaia, il pianeta vivente, a cui sembrano essere attribuiti una parte dei misteriosi "crop circles".




Un "Cerchio delle Fate o del  Drago danzante"

Dopo la manifestazione di vari crop circles manifestatasi misteriosamente accanto allo Stone circle di Dreamland, nel marzo del 2013 il cerchio di pietre è stato inaspettamente oggetto di un’altra manifestazione particolare che sottolinea ancora una volta la sua natura magica che catalizza fenomeni inspiegabili che si legano comunque alla sua struttura megalitica.
Questa volta si tratta dell’apparizione di un “Cerchio delle Fate”, fenomeno spontaneo conosciuto presso molte tradizioni come “Fairy ring”, "Witches' rings", "The circle of fairies", “Rond de sorcière e anche come "Le cercle des fées".
Le tradizioni popolari europee attribuivano a questo fenomeno un’origine misteriosa dovuta alla magia delle fate oppure all’opera di sapienti draghi che, danzando ritualmente, tracciavano il cerchio con i loro passi di danza.
E’ stato tentato da parte di molti ricercatori di dare una spiegazione a questo fenomeno adducendo, nel caso dei funghi, alla propagazione espansa delle spore. Spiegazione che però non si adatta quando il fenomeno riguarda la manifestazione con la sola erba, com’è accudo nel caso del cerchio di pietre di Dreamland.
Alcuni ricercatori hanno accostato i “Cerchi dell fate” allo stesso fenomeno dei crop circle ricordando la loro similitudine con i primi cerchi apparsi nel grano, quando ancora non erano iniziate le successive complesse formazioni a cui possiamo assistere dopo il 1991.
Ma il mistero di questa apparizioni rimane, come perdura nei secoli la magia e la poesia che sanno suscitare attraverso il tempo.