Progetto Dreamtime
alla ricerca del silenzio interiore
Esperienza e potere della meditazione:
conoscenza di sè, terapeutica del corpo e della mente,
consapevolezza, iniziazione spirituale, conoscenza mistica del Vuoto



Il "Progetto Dreamtime" prende nome e ispirazione dall'identita' culturale, sociale e spirituale dei Popoli naturali da essi manifestata nel loro rapporto pragmatico e mistico nei confronti della Natura.
Dreamtime è il nome della Natura, nel suo contesto globale, conosciuto come lo Yemurraki, il "Tempo del Sogno" degli Aborigeni australiani, il Wakan Tanka dei Nativi nordamericani, il Mbog dei Nativi africani, lo Shan degli antichi popoli autoctoni europei.
Shan è peraltro l'antico nome del Graal, una dimensione di conoscenza comune a tutti i Popoli naturali anche se definita con termini diversi.
Il Progetto Dreamtime esprime il lavoro operativo della Commissione di "Antropologia e Psicologia del Trascendente" della Ecospirituality Foundation Onlus in collaborazione con la Scuola di meditazione Sole Nero, anch'essa promossa dalla Ecospirituality Foundation Onlus.
Il progetto, diretto da Giancarlo Barbadoro, si occupa dello studio e della sperimentazione del fenomeno degli stati percettivi di coscienza e della natura del fenomeno trascendente con cui essi si relazionano e interagiscono, nell'ambito dei principi espressi dal "Manifesto dell'ecospiritualità" operando alla loro divulgazione.
In particolare il Progetto prende in esame l'esperienza che i Popoli naturali hanno sviluppato in seno alla loro cultura per osservare e sperimentare la qualità di interazione che essi hanno con il piano fenomenico e mistico dell'esistenza.
Il Progetto, nell'ambito delle proprie finalità, intende verificare l'esperienza del "mondo reale", suggerita dai Popoli naturali nell'attuazione del silenzio interiore, a mezzo di specifiche metodologie che portano alla realizzazione di "stati percettivi di coscienza non ordinari", cioè non riferibili al piano dell'esperienza ordinaria, che consentano di sperimentare la qualità fenomenica del piano reale dell'esistenza e le sue eventuali implicazioni creative e mistiche.
La conoscenza del mondo reale si mostra come una nuova frontiera di ricerca antropologica il cui studio coinvolge la cosmologia e l'anima piu' profonda delle culture dei popoli del pianeta che si evidenzia propriamente in quelle dei Popoli naturali o cosidetti popoli nativi.
Esperienza di ricerca che non appartiene solamente ai Popoli naturali, ma che è in parte condivisa anche dalle grandi religioni storiche del pianeta e che sembra suscitare interesse e suggestioni da parte di ogni individuo.
I Popoli naturali concepiscono in merito l'identificazione di tre mondi con cui si relaziona ciascun individuo: 1) un mondo che si può definire di natura virtuale e appartenente alla soggettività immaginativa e speculativa del singolo individuo, 2) un altro, relativo alla percezione comune della materia che consente l'interazione tra tutti gli esseri viventi e per questo definibile come "mondo primario", 3) infine, un piano di esistenza oggettiva, definita come "mondo reale", che si trova al di là delle apparenze sensoriali e ad ogni rappresentazione soggettiva. Un piano fenomenico che da origine agli altri due mondi e a cui essi dipendono in ogni loro manifestazione. E' pratica comune nella cultura dei Popoli naturali la ricerca della percezione di questo "mondo reale" per una personale esperienza di equilibrio interiore e di partecipazione al senso reale dell'esistenza.
Il Progetto ha identificato nella meditazione un antico laboratorio di trascendenza, utilizzato da millenni dai Popoli naturali di ogni tempo e di ogni possibile latitudine geografica: dagli antichi druidi del celtismo nord europeo alle attuali popolazioni native del nordamerica. Per questo motivo essa viene utilizzata come strumento di ricerca nel campo della sperimentazione degli "stati percettivi di coscienza non ordinari" e come oggetto di comparazione dei risultati.
Il Progetto, nello sviluppo della ricerca sul piano del mondo reale, prende quindi a riferimento antropologico la cultura dei Nativi europei, anch'essi espressione dei Popoli naturali del pianeta. Una cultura che ha sviluppato importanti conoscenze nell'ambito della meditazione.
In particolare, il Progetto prende a riferimento il "Tai Shan", ovvero il "Libro della Natura" dell’antico druidismo.
Il Tai Shan non è una idealizzazione filosofica dell'esistenza scaturita dalla speculazione di un qualche pensiero, ma rappresenta un atto di constatazione osservativa e pragmatica della manifestazione dell'esistenza e di come l'individuo interagisce con essa in maniera funzionale con il fine di realizzare benessere e conoscenza.
Il Tai Shan rappresenta una sorta di evento osservativo che porta a scorgere nell’esistenza un messaggio di armonia e a comprendere che negare questa armonia significa vivere nel disagio e anche nella sofferenza prodotta dall'opposizione egocentrica al fluire della Natura.
Il Tai Shan porta a constatare che viviamo in una esistenza immateriale che ci coinvolge nella logica fenomenica della sua natura. Basti pensare a come siamo nati e a come immancabilmente nostro malgrado, al di là di ogni nostra aspettativa, moriremo. Un fenomeno che ci pone di fronte a un Mistero mistico e che ci apre alla possibilità di una evoluzione spirituale nell'occasione in cui entriamo in sintonia con questo stesso mistero.
Una qualità di esistenza che il druidismo definiva con il termine di Shan, che manifestava la qualità di "Vuoto", ovvero una realtà che si rivelava priva di ogni possibile attribuzione concettuale. Una qualità di esistenza percepibile solamente attraverso la diretta esperienza di ogni individuo.
Il Tai Shan avanza il problema esperienziale causato dall’ingerenza della mente nella sfera delle potenzialità dell’Io consapevole che portano ad una realtà fittizia basata sulla rappresentazione sensoriale e immaginativa.
L'antico testo propone, in conclusione, la possibilità di andare al di la della mente attraverso la pratica della meditazione, per realizzare l'esperienza del silenzio interiore con cui attuare una sintonia esperienziale con il Mistero mistico che da senso all’esistenza dell'individuo e dell'universo. Per realizzare così una partecipazione alla logica dell'armonia propria dello Shan e portare l’Io consapevole alla sua completezza spirituale.
Il Tai Shan rappresenta pertanto uno strumento di riferimento per il Progetto Dreamtime con cui si confronta e utilizza gli strumenti esperienziali messi a disposizione dall'antica e collaudata esperienza dei Popoli naturali da sempre in un rapporto pragmatico e mistico con la Natura.
In questo ambito il Progetto sviluppa e propone l'utilizzo della meditazione come strumento di sperimentazione e di valutazione statistica per la conduzione del proprio lavoro e organizza periodicamente dei Seminari formativi di introduzione alla meditazione e all'ecospiritualità per far conoscere e sperimentare i temi delle sue ricerche.


Tutte le immagini e i testi citati nel Progetto sono di proprietà della Ecospirituality Foundation e non è consentito il loro utilizzo, anche parziale, senza l'autorizzazione esplicita della stessa.

  1. La meditazione, laboratorio di trascendenza

  2. Il "Libro della Natura" dei Nativi europei

  3. Lo Shan e la natura immateriale dell'esistenza

  4. La natura mistica del "Vuoto"

  5. L'esperienza del silenzio interiore

  6. Il fenomeno della coscienza

  7. Un semplice esercizio di meditazione

  8. La Kemò-vad per danzare nel vento

  9. La meditazione con la musica del Vuoto

  10. La Meditazione Planetaria del Martedì

  11. Il Seminario di introduzione alla meditazione e all'ecospiritualità

  12. A proposito della meditazione

  13. Per approfondire l'Antropologia
    del Trascendente